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Visualizzazione dei post da febbraio, 2007

Piccole gioie della vita

Il centro di formazione della Giustizia Minorile a Casal del Marmo, periferia di Roma,dove sto seguendo un corso, è una specie di campus all'inglese: prati ben curati, margherite, alberi di mimosa e magnolie, gatti simpatici e ciacioni (e purtroppo, triste memento, il muro del carcere minorile che incombe). Salto il pranzo per potermi godere il sole di questa meravigliosa giornata primaverile: una cuoca si preoccupa di non farmi stare a digiuno e mi prepara una rosetta imbottita di prosciutto. Sole, pane e prosciutto... la mia ricetta della felicità...

Autoelogio della Gheparda

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Una signora che frequentavo - narcisista ed autoreferenziale - si vantava della sua capacità di portarsi a letto un uomo poche ore dopo averlo conosciuto. Mi torna in mente leggendo quello che u na giovine disinvolta scrive sul forum di Gianna Schelotto : che lei si “prende gli uomini che vuole, quando vuole”, le piace sedurre, scegliere e piacere, e per questo si sente una 'con le palle'. La psicologa correttamente risponde: “ Penso che ci sia, da parte sua, una valutazione originale ma imprecisa della faccenda: non è che li uomini lei se li prenda, è il contrario; sono loro che prendono lei. ” Nelle intenzioni di queste gheparde, questo approccio diretto ed aggressivo dovrebbe essere il segno della loro raggiunta emancipazione: che diamine, non c'è la parità tra uomini e donne? Purtroppo il mondo, in questo come in altri casi, è sommamente ingiusto: una donna che abbia appena conosciuto un uomo e lo inviti nel suo talamo, difficilmente si vedrà dir di no. L'uomo c

Chi predica bene...

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Facoltà di Giurisprudenza Università di Roma Tre

Testamento

questa mente fece guerra, essendo generoso ha osato questo cuore) i non-cuori osano meno le non-menti temono la ragione e il perché il sudiciume è qui i non-vivi gridano su di lui essi smerdarono e tornarono a smerdare egli rideva e sputava (ha osato questa vita di dare liberamente come dà un amico non come chi fa schiavi i non-se stessi a prestare per speranza della speranza tubano o fanno bau-bau si pavoneggiano o strisciano i non-generosi i quali scimmiottano per un fine che non osano seguire) e cosi si fanno un nome (questo poeta fece guerra la malignità il cui nulla e il tutto sono sole e luna bello o brutto che sia egli cammina solo osando di osare per la gioia della gioia) ciò che fa puzzo è qui gridano i non-poeti i non-folli non-liberi i non-morti che vivono che non dovranno essere e devono avere contro di lui spernacchiano forte e spesso spernacchiano (con la mente col cuore egli sputava e rideva e con sé e con la vita questo poeta non suscita né odio né dolore può andare dov

Come vecchi Giapponesi

La mia prima reazione, leggendo del riemergere da un tenebroso passato della sigla insanguinata delle Brigate Rosse, è stata quella di scrivere una mail di solidarietà al prof. Ichino, col quale sono stato in corrispondenza in tempi recenti . Le sue tesi non mi piacevano, ma certo non mi è passato affatto per la mente che avrebbero fatto bene ad accopparlo, memore di quel motto di Voltaire che è il mio Vangelo: “ Non sono d’accordo con quello che dici, ma lotterò fino alla morte perché tu abbia la possibilità di dirlo ”. Non sento di avere nulla in comune, non solo nei metodi, ma nemmeno nei fini, con questi signori: le idee, specie quelle scomode, si discutono. Colpisce quanto tutta la vicenda sappia inevitabilmente di vecchio. Vecchio l’anelito insurrezionale dei Bierre, che fanno la figura dei famosi giapponesi che, isolati nella jungla non si accorsero che la guerra era finita; ma vecchie e risapute anche le analisi, che spiegano i conati a risorgere del terrorismo come una reazion

La Freccia Nera

Sibila il vento la notte si appresta e la cupa foresta minacciosa si fa passa ma trema se senti un fruscio forse è il segno d'addio che la vita ti dà lascia la spada se il cuor non ti regge perché questa è la strada che da noi fuorilegge ti porterà lala lalala la la freccia nera fischiando si scaglia è la sporca canaglia che il saluto di dà: vieni fratello è questa la gente che val meno di niente perché niente non ha ma se il destino rovescia il suo gioco nascerà nel mattino una freccia di fuoco la libertà la la lalalala lala

Don't tell mama, I'm for Obama

"Each and every time, a new generation has risen up and done what's needed to be done. Today we are called once more - and it is time for our generation to answer that call." Barack Obama - discorso per la candidatura a presidente degli Stati Uniti

Non c'è sole quando sei via

Ain't no sunshine when she's gone It's not warm when she's away Ain't no sunshine when she's gone And she's always gone too long anytime She goes away Wonder this time where she's gone Wonder if she's gone to stay Ain't no sunshine when she's gone And this house just ain't a home Anytime she goes away And I know, I know, I know, I know, I know Hey I'll leave the young thing alone But ain't no sunshine when she's gone Ain't no sunshine when she's gone Only darkness everyday Ain't no sunshine when she's gone And this house just ain't no home Anytime she goes away Bill Withers

Questioni di pace o di guerra

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Per i tipi delle edizioni Aracne, esce in libreria "Questioni di pace o di guerra" di Germano Dottori , affermato studioso di geopolitica e docente di sicurezza internazionale presso l'Università LUISS Guido Carli di Roma, ove fa parte del Centro Studi Strategici. Dottori, frequentemente citato dall' International Herald Tribune per le sue posizioni spesso 'eterodosse' e 'politicamente scorrette', espone qui un'analisi il più possibile semplice e insieme razionale delle problematiche connesse al mantenimento della sicurezza internazionale. Particolarmente gradito il lungo riferimento che egli fa al mio saggio " Is there a West? " presentato nel 2005 al Centro Alti Studi in Politiche della Sicurezza di Ginevra come dissertazione finale del 19° International Trining Course in Security Policy, dove espongo una mia originale teoria sulla natura e il ruolo geopolitico dell'Occidente.

Non ci possiamo morire di vecchiaia!

Il ricambio, anche generazionale, della classe dirigente è questione di grande rilevanza. Nel futuro prossimo cresceranno in misura significativa i pensionamenti nel pubblico impiego: si stima infatti che nei prossimi cinque anni andrà in pensione un dipendente pubblico su otto, ovvero circa 400mila persone . Da come e in quale percentuale verranno rimpiazzate dipende il futuro della nostra pubblica amministrazione. Preparare il ricambio generazionale, piuttosto che attardarsi in fantasiose ipotesi di decimazione sommaria (stile Ichino), è il modo giusto per sfruttare un’occasione assolutamente unica per rinnovare la Pubblica Amministrazione. Occorre favorire gli esodi; perlomeno, si elimini l'art. 16 del D.P.R. n. 503/1992 che consente la permanenza in servizio per un biennio oltre i limiti di età. Credo si debba attuare l’appello che fece il Presidente Ciampi nel celebrare il quarantennio della SSPA: "Il futuro è nelle mani dei giovani che entrano, che entreranno nelle Amm

On on to the Ides of March !!!

Oddio, ci risiamo. Come ogni anno ci siamo ridotti all'ultimo momento (non a caso ci definiamo un mismanagement ), e come ogni anno sarà un successo. La Hash delle Ides of March è un evento, e verranno da quattro continenti, amici vecchi e nuovi, per unirsi al nostro gruppo di sciamannati e correre in Toga per le strade di Roma, fino al luogo dell'assassinio di Giulio Cesare. Sì, lo so, è un'occupazione indegna di uomini adulti e seri professionisti (e infatti corrono con gli Hash ambasciatori, funzionari internazionali, dirigenti d'azienda...). E ogni volta mi riprometto che è l'ultima. Ma poi torno a casa, a pezzi per i chilometri macinati, il fegato in pappa per la troppa birra, e felice di essere al mondo. Per crescere c'è ancora tempo. Fortunatamente. On On !!!!!!

La vendetta di Matusalemme

Ho aderito, anni fa, al sindacato Dirigenti Cida-Unadis perché la politica del compianto Giuseppe Negro era quella di inserire quanti più giovani possibili e preparare quindi con calma e gradualità il passaggio di testimone generazionale. Venivamo da un infernale percorso di guerra, una selezione quale mai si era vista prima nella storia della Pubblica Amministrazione, e l’accoglienza verso i giovani dirigenti della vecchia gerontocrazia burocratica – timorosa del confronto con gente più sveglia e assai più preparata - era stata, per usare un eufemismo, ‘freddina’. Il nuovo governo Berlusconi inoltre, con tipici di schematismi ideologici, ci aveva sbrigativamente classificato ‘figli di Bassanini’ e quindi dell’odiata sinistra, e aveva messo in forse persino la nostra assunzione. Il sindacato fu una vera ancora di salvezza e un luogo accogliente. Fu qualcosa di anomalo in un certo senso: la crisi del sindacalismo italiano nasce dal fatto che esso è diventato rappresentativo solo dei pi