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Visualizzazione dei post da ottobre, 2008

Sangue d'Abruzzo

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Ho ancora in mente l'immagine di mio nonno, che, quand'ero bambino, arrivato in visita da Pescara scendeva immediatamente in cantina a travasare il vino di Giovanni Bosco, suo amico. Ricordo il fiotto di liquido rosso denso e generoso - un po' come il sangue degli abruzzesi - che mi inebriava. In premio del mio aiuto mi era permesso un assaggio. Da allora, certo, la cultura enologica ne ha fatta di strada, e il vino non si trasporta più sfuso, men che mai in taniche. Però è una bella soddisfazione vedere che una regione un tempo considerata minore ed arretrata stia facendo sentire la sua voce in molti campi. Chi vede ancora l'Abruzzo terra di pastori o ventricina, dimentica che a Chieti c'è una delle più grandi università del centro Italia, che il policlinico è un ospedale d'eccellenza, e che nel lancianese e nel vastese ci sono grandi aziende come Sevel, Honda, Pilkington, Denso, Golden Lady, De Cecco. Delverde etc. E, soprattutto, che questa regione ha protett

Il Signore dei Tornelli

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Il mitico prof. Brunetta ne ha pensata un’altra delle sue: vuole mettere i tornelli anche per i magistrati. Auguri! Temo però che costringere questa benemerita categoria a restare in ufficio sarà un po' difficile, per il semplice motivo che spesso i magistrati un ufficio nemmeno ce l’hanno, e si recano a Palazzo di Giustizia solo per dare udienza. Il resto del lavoro lo fanno a casa… Appostatevi dunque attorno a un ufficio giudiziario. Quei signori che ne escono con grossi trolleys sono giudici che si portano a casa fascicoli spesso pesanti decine di chili; no, i magistrati hanno molti - brutti - difetti, non quello di essere degli infingardi. Il prof. non lo sa, e perché mai lo dovrebbe sapere? Occorrono forse competenza e conoscenza dei problemi per fare il suo lavoro? L’epoca in cui a Palazzo Vidoni sedevano giuristi esperti di Pubblica Amministrazione del calibro di Sabino Cassese, Massimo Severo Giannini, Franco Bassanini , è finita da un pezzo. Chiunque di noi, poveri mortali

La vampira

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Capita a volte, sfogliando distrattamente un testo sugli scaffali di una libreria, di essere catturati da una frase rivelatrice. Ho comprato perciò d’istinto questo libro di Isabelle Nazare-Aga “La manipolazione affettiva. Quando l’amore diventa una trappola ” , Castelvecchi editore: 15 euro ben spesi. Secondo la Nazare-Aga, nota psicoterapeuta francese che indaga da tempo sul fenomeno della manipolazione, il manipolatore affettivo è una persona patologicamente narcisistica che disintegra giorno dopo giorno l’autostima del compagno. Un vero e proprio “ vampiro psico-affettivo ”, come lo definisce l’autrice, il cui scopo è la destabilizzazione di chi ha accanto. Il manipolatore colpevolizza, giudica, critica, svaluta le qualità, la competenza, la personalità del partner. Proietta sull'altro i suoi difetti e glieli rinfaccia. È bugiardo, sfuggente, indifferente, indiretto, geloso, egocentrico. Rifugge le sue responsabilità, deforma e interpreta la verità, nega l’evidenza. No

Prigionieri del passato - L'italia immobile

Avendo scritto estensivamente sul passatismo italico, non posso che condividere questo fondo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere di oggi . PRIGIONIERI DEL PASSATO L'Italia Immobile di Ernesto Galli della Loggia Un Paese fermo, consegnato all'immobilità: ecco come appare oggi l'Italia. Non già nella cronaca convulsa del giorno per giorno, nell'agitazione della lotta politica, nei movimenti sempre imprevedibili di una società composita, frammentata e priva di inquadramenti istituzionali forti. Ma un Paese fermo perché anche nelle sue élites prigioniero dei luoghi comuni, incapace di pensare e di fare cose nuove in modo nuovo, di sciogliere i nodi che da tanto tempo ostacolano il suo cammino. Da trent'anni ci portiamo sulle spalle un debito pubblico smisurato che non riusciamo a diminuire neppure di tanto. Da decenni dobbiamo riformare la scuola, la Rai, la sanità, le pensioni, la magistratura, la legge sulla cittadinanza, e siamo sempre lì a discutere come farl

Come allora, come sempre

Da un telegramma del 19 maggio 1941: “E’ ormai diventato un sistema quello adottato da Ufficiali e Funzionari che consiste nell’avviarsi all’ufficio alle 8 il che significa essere al tavolo di lavoro non prima delle 8 et 15 e forse piu’ tardi alt Esigo che questa deplorevole abitudine, tipica manifestazione di quel pressappochismo deleteria tara del carattere di troppi italiani abbia immediatamente a cessare alt Alle 8 chi non e’ gia’ al suo tavolo di lavoro ha perduto la giornata con le relative conseguenze alt Faro’ controllare quanto sopra alt_ MUSSOLINI. Alcune considerazioni: Se non ci e’ riuscito nemmeno il Capoccione a mettere in riga gli impiegati pubblici, come puo’ riuscirci Brunetta? Ma proprio uno che aveva dichiarato una guerra senza essere preparato va a parlare del “pressappochismo deleteria tara del carattere di troppi italiani” ? Come allora, come sempre, chi sta in cima fa come il bue che disse “cornuto” all’asino… Pero’ bei tempi, nel 1941 a Roma uno che fosse uscit

Ma allora non e' cambiato niente!

"Fures privatorum furtorum in nervo atque in compedibus aetatem agunt, fures publici in auro atque in purpura" (Chi ruba cose private trascorre la vita tra ceppi e catene, chi ruba cose pubbliche nell'oro e nella porpora). Catone il Censore

Lo chiamano Burocratese

"Si è appurata una evidente distonia nel circuito valutativo a livello centrale e periferico che è stata fondata, distintamente nelle fasi della concessione e della revoca delle misure di protezione, su parametri non omogenei il che ha prodotto risultati disomogenei". (dalla motivazione con cui fu negata l'auto blindata e la scorta a Marco Biagi, poi assassinato dalle BR) "Le parole sono importanti! Chi parla male, pensa male, vive male" Nanni Moretti (Palombella Rossa, 1989)

Il Ministero dei Passi Stupidi

Mi è stata affidata la responsabilità di fare da mentor ad alcuni giovani colleghi della SSPA. Il loro rovello più grande è quale amministrazione scegliere. Boh? Purchè sia un lavoro divertente. Potessi tornare indietro, io sarei in dubbio tra il " Ministry of Sound " (noto club di Londra) e il "Ministry of Silly Walks" (famoso scketch dei Monty Python). Non è detto che siano i meno seri... ... oppure il ben più inquietante ed attuale "Ministero della Paura"... Forse ci vorrebbe il Ministero della Magiadi Harry Potter per risolvere i nostri problemi, ma temo che ci capiterà piuttosto il ministro dei temporali in un tripudio di tromboni auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni di Fabrizio de Andrè...

La Casta, quanto ci costa

Gian Antonio Stella ha fatto fortuna scrivendo libri come “La casta” e “La deriva”, sugli innumerevoli sprechi del pubblico denaro ad opera di politici ed amministratori. Peccato si sia dimenticato di una particolare categoria: la sua. Consiglio vivamente, dunque, la lettura di, “La Casta dei Giornali”, di Beppe Lopez, un documentato libro sul finanziamento pubblico ai giornali, ormai arrivato alla scandalosa cifra di un miliardo di €uro. La nobile giustificazione di questa megaelargizione, che va a tutte le testate, è che essa serve a garantire la libertà di stampa. L’idea che la libertà debba essere garantita coi soldi dallo Stato mi sembra tanto assurda quanto quella di fare la rivoluzione d’accordo con i Carabinieri. Semmai è la stampa, in un paese liberale, che deve garantirci dallo Stato, dalla sua invadenza, senza compromessi e soprattutto, senza mance. Chi deve criticare il potere sarebbe più credibile se non lo facesse con i soldi elargiti dal potere stesso, e partecipando de

Una domenica in Toscana

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Una giornata particolare, da Patrick, nel Chianti : buon vino, buona carne, e panorami che ritemprano lo spirito. Non sono ancora partito, e già sento nostalgia di questo paese. Che mi fa dannare, eppure mi riempie la mente e il cuore.

La Coscienza di Svevo

Non occorre saper lavorare, ma chi non sa far lavorare gli altri perisce Non c’è che un solo grande rimorso, quello di non aver saputo fare il proprio interesse Svevo, La Coscienza di Zeno, 5

Maschere nude

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La nostra società ci offre una apparentemente illimitata libertà nella costruzione della nostra identità . Ognuno di noi è invitato, attraverso una sorta di processo di autocoscienza individuale, a definire autonomamente sé stesso e la sua posizione nel mondo. Nel passato non era così: ognuno riceveva la propria identità dall’esterno, predefinita e tendenzialmente immutabile. Il figlio del contadino sapeva che avrebbe fatto il contadino, e che sarebbe stato definito comunque come tale per tutta la vita. Tuttavia, proprio la tensione tra queste maschere predisposte e le aspirazioni individuali, finiva, di tanto in tanto, per produrre talenti eccezionali. L'attuale libertà crea invece smarrimento ed angoscia: la moda, l’ossessione per il corpo, le malattie come l’anoressia, il diffondersi patologico della chirurgia estetica, sono le spie di questo fenomeno. Il fatto è che paradossalmente, la maggiore libertà che ognuno ha di reinventarsi e di crearsi la propria immagine finisce p

Italiani brava gente?

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Il pestaggio di un cinese a Tor Bella Monaca da parte di una banda di bulli che aveva già aggredito degli africani, è un brutto campanello d’allarme. Il razzismo c’entra, indubbiamente. Anche se chi commette atti del genere ha una testa così vuota che sarebbe persino fargli un complimento attribuirgli una qualche sorta di ideologia o forma di pensiero organizzato. I vari -ismi sono sempre il paravento dietro il quale si nasconde l'assoluta mancanza di una personalità. Quello che è accaduto è il percolato di un mantra che ci viene ripetuto ossessivamente: gli stranieri sono pericolosi e minacciano la nostra società. E poco male se è vero il contrario, se è invece grazie al contributo di questa povera gente, desiderosa di lavorare e di spaccarsi la schiena, che continuiamo ad andare avanti. Anzi, proprio per questo. Al borgataro, la disponibilità al sacrificio di un africano, capace di attraversare il deserto e il mare per venire a raccogliere pomodori, appare solo un memento della