Maori

Anni fa contrassi un'avvilente mésalliance con un’algida intellettuale italiana trapiantata in Germania che, oltre ad essere un’inguaribile bugiarda avvezza ad ogni sorta di sotterfugio, aveva una disgustosa e irrefrenabile perversione: vantarsi ripetutamente – anche in momenti di intimità - delle sue storie passate, descrivendole fin nei minimi dettagli.
A quanto pare non sono l’unico cui è capitata una tale disavventura, perché leggo sul forum online di una famosa psicologa l’intervento di un giovane che riporta più o meno lo stesso fastidioso inconveniente. Il poveretto si colpevolizza per la sua gelosia retrospettiva, e la psicologa ovviamente ci mette il carico da undici reiterando i consumati stereotipi del maschietto in crisi spiazzato dall’emancipazione femminile.

Ma è proprio così? Nessun uomo moderno, in realtà, si aspetta che la sua compagna sia vergine o inesperta. A molti nemmeno piacerebbe. Se la psicologa online analizzasse piuttosto la donna che frequentemente indulge a confronti e ricordi, scoprirebbe una persona incapace di voltar pagina e di confrontarsi col presente. Una donna che si presenta a letto col curriculum e fa vanterie sulla sua esperienza, trasmette al suo compagno un ben preciso messaggio: l’indisponibilità a rimettersi in gioco e ad aprirsi al nuovo. L’esperienza ,elevata a dato memorabile e quindi statico, è intangibile e indiscutibile: in altri termini, chiusa - dunque escludente.
Paradossalmente, chi si racconta molto ritiene di essere interessante, ma all’esterno appare arida.
I viaggiatori del resto, parlano del loro viaggio solo quando è finito, e tornano a casa carichi di bagaglio e di ricordi. È interessante ascoltarli, forse, e per un po'. Dopo annoiano: è chiaro che essi, reduci dal loro viaggio, non saranno mai i compagni del nostro.

Tutt’altro che manifestazione di una femminilità vittoriosa ed emancipata, questo compiaciuto raccontarsi, esibizionistico e un po' sadico - a quanto pare tipico della donna italiana - è segno di profonda insicurezza. Un’insicurezza che è, per il malcapitato partner del momento, contagiosa e castrante. Uno scrittore francese, Daniel Pennac ha ben descritto un caso del genere, in una gustosa scenetta del romanzo “Au Bonheur des Ogres”: la zia Julie, nuova conquista del signor Malausséne, comincia a raccontargli d’emblée, e senza esserne richiesta, le sue peripezie erotiche tra i Maori.

"I maori hanno muscoli lunghi, precisi, ben disegnati. Le spalle e i fianchi non ti si sciolgono fra le dita. L'uccello ha una morbidezza setosa che non ho mai trovato altrove. E quando ti penetrano, si illuminano dentro, come dei Gallé 1900, stupendamente ramati".
Il risultato è raggelante, e per nulla divertente:

« - Qu'est-ce que tu as?
J'ai répondu :
Rien.
Je n'ai rien. Absolument rien. Rien qu'un misérable mollusque lové entre ses deux coquilles. Qui ne veut pas sortir la tête. Par peur des bombes, j'imagine. Mais je sais que je me mens à moi-même. En fait, ma chambre est pleine de monde. Bourrée à craquer. Tout autour de mon plumard se dressent des spectateurs au garde à vous. Et pas n'importe quels spectateurs ! Toute une couronne de Sandinistes, de Cubains, de Moïs, de Satarés, à poil ou en uniforme, ceints d'arbalètes ou de Kalachnikov, cuivrés comme des statues, auréolés de poussière glorieuse. Ils bandent, eux ! Et les mains sur les hanches, ils nous font une haie d'honneur dense, tendue, arquée, qui me la coupe.»
Lungi dall’essere frutto di gelosia, che è comunque manifestazione di coinvolgimento, la risposta del maschio, affidata al suo organo più sensibile e accorto, il pene, è di subitaneo disinteresse. In un momento in cui vorrebbe star da solo con la sua compagna è costretto invece a partecipare a una sorta di ammucchiata virtuale: solo una persona malata di voyeurismo potrebbe seriamente eccitarsi in una circostanza del genere.
E già, perché la pettegola indiscreta non sta in quel momento solo parlando di sé, ma anche spiattellando l’intimità di un’altra persona. E non a tutti piace essere costretti a spiare la vita altrui dal buco della serratura.

L'ammainabandiera dell'eccitazione
annuncia la ritirata.

Ora, un singolo episodio potrebbe far pensare ad un incidente di percorso dovuto a una caduta di stile. Ma se l’autoreferenziale affabulatrice non si scoraggia e persevera, vuol dire che ha messo in atto una strategia di manipolazione che le assicura due vantaggi: rassicurarsi non solo con il ricordo delle passate prodezze, ma anche mediante l'esercizio del potere castratorio che consiste nello smorzare gli ardori del suo compagno attuale. Non casualmente, del resto, la pompiera dei miei incendi aveva fatto scappare il marito dopo appena sei mesi di matrimonio.

La psica rammenta al giovane: “Lei dice che la sua ragazza è meravigliosa ma sembra non tener conto che tutte le esperienze del passato, amorose comprese, hanno contribuito a renderla tale”.

Questo è un argomento perfettamente razionale. Quasi cartesiano. Ma la persona che ci fa balenare le sue esperienze davanti agli occhi ottiene un risultato esattamente inverso a quello sperato. È un po' come se, assisi a tavola in un ristorante, ci venisse servita una succulenta bistecca, e al momento di affrontarla, con l’acquolina in bocca, si spegnessero le luci, calasse uno schermo e ci venisse proiettato davanti il film della sua vita: vedremmo il giovane manzo che pascola felice sui prati, poi la macellazione, lo squartamento… alzi la mano chi avrebbe ancora appetito dopo uno spettacolo del genere… eppure è proprio grazie a quelle esperienze che la proteica bistecca è finita nel nostro piatto!

Così, la pettegola che indiscretamente evoca i suoi passati amori ci proietta davanti agli occhi una specie di film porno, con lei protagonista: solo a un pervertito piacerebbe immaginare la sua compagna a letto con un altro.


Non è logico, certo, ma quello che le razionalizzazioni estreme delle intellettuali, studiose della psiche o della società, non coglieranno mai, è che l’amore non è affatto logico: esso è coinvolgimento, passione, seduzione, rivoluzione. Non è un premio, un riconoscimento a qualcosa. Per sua natura è monopolistico, non ammette condominii. Non guarda al passato, ma al futuro. Non vuole ripercorrere il già fatto e già visto, ma creare il nuovo. Molto spesso siamo innamorati di una persona non per, ma nonostante il suo passato.

Il curriculum lo chiedo alla donna che voglio assumere. Alla donna che voglio come mia compagna,  invece, non domando da dove viene, ma in che direzione va, e se vuole fare la sua strada, o almeno un pezzo, con me.
Il resto non m'interessa affatto.


Commenti

  1. Ho chiuso dopo sei anni e con grande dolore una storia di amore forte e travagliata , ci siamo conosciuti adulti e ognuno di noi aveva alle spalle la sua vita e le sue relazioni , ma la gelosia retrospettiva ha impedito di andare avanti , purtroppo oggi è un ostacolo ormai in tanti casi invalicabile , che frena le relazioni e spinge gli uomini a rintanarsi nel guscio e ad evitare coinvolgimenti eccessivi . Del resto è giusto che oggi la donna viva liberamente la propria sessualità , il problema nasce quando lei conosce quello che chiama l'uomo giusto e allora vorrebbe nascondere e sminuire il suo passato per riacquistare una certa impropria "verginità" e allora cade nel ridicolo e nel patetico e poi alla fine l'uomo , stanco di essere preso in giro , sia pur a fin di bene , si allontana , con dolore sia chiaro , e mette la parola fine . La cosa che più mi lascia perplesso è che la stessa donna libera ed emancipata dell'anno prima , poi anela ad una vita di coppia che più tradizionalista non si può , stile anni 50 . Via , signore , siate coerenti , non vi si addice e se avete scelto un certo stile di vita , percorretelo fino in fondo . Il ridicolo , ricordatelo , è sempre dietro l'angolo

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