Dievs, sveti Latviju



Una grande bandiera lettone sventola su Palazzo Chigi, ed è una vera emozione per chi, come noi, tanto deve al piccolo paese baltico: ben due miei amici sono,
infatti, felicemente sposati con ragazze lettoni, e quanto a me, ho passato a Riga i giorni più felici della mia vita.

È in visita ufficiale a Roma la Presidente Vaira Vīķe-Freiberga, “Brivibas Varda”, ‘Guardiana della Libertà’, accolta con tutti gli onori. Lo merita del resto: questa signora elegante e gentile, che ho avuto l’onore di conoscere, è stata una grande guida per il suo Paese.
Come tutte le donne che valgono davvero, non ha avuto bisogno di “quote rosa” per emergere. La sua biografia è eloquente: all’età di sette anni ha lasciato con la famiglia il suo Paese sconvolto dalla guerra. Ha vissuto in Germania, in Marocco e in Canada, dove ha insegnato Psicologia all’università di Montréal. Nel 1998, pochi anni dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la riconquista dell’indipendenza della Lettonia, è tornata in patria e l’anno dopo, suscitando una certa sorpresa, è stata eletta alla presidenza della Repubblica. Nel 2003 è stata riconfermata e gode oggi di grande popolarità tra i suoi compatrioti.

La Lettonia, con la stessa popolazione del comune di Roma, ha espresso una leadership autorevole e capace che, con assoluta chiarezza della propria missione e dei fini da raggiungere, ha portato il Paese in pochi anni ad entrare nella Nato e nell’Unione Europea. Così, essa beneficia della vicinanza col gigante russo (e oggi molti russi si rassegnano a fare l’esame di lingua per prenderne la cittadinanza), ha riallacciato i secolari rapporti con la Svezia e l’area anseatica, esporta qualificati lavoratori nell’Europa che traina (col bel risultato che le ragazze guardate con sospetto alla frontiera italiana vanno invece a lavorare in massa in Irlanda o a Londra, partecipando al boom di quei paesi), ed ha – udite udite –una crescita dell'11,9% del Pil, 2 punti in più della Cina.
La mia Tanja, oggi, è una dirigente d’azienda con un ufficio importante, in una ditta in tumultuosa crescita.

Nel frattempo uno studio dell´Eurispes rivela che i salari italiani sono ormai i più bassi d´Europa in termini di potere d´acquisto, superiori solo a quelli del Portogallo.
Ma noi, convintissimi di essere il miglior paese d’Europa, quello dove si vive meglio, e via discorrendo, continuiamo a guardare dall’alto in basso i nostri piccoli vicini (ne è un esempio l’atteggiamento spocchioso dei triestini verso i molto più progrediti sloveni), mentre forse sarebbe il caso che umilmente ci mettessimo ad imparare da loro.

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