Un sigaro e un capoluogo non si negano a nessuno

A percorrere le strade tortuose dei colli pescaresi, verso Penne e un invitante piatto di agnello, sembra che sia una stele di marmo. Invece fortunatamente è solo polistirolo dipinto, ma il monumento che la Provincia di Pescara ha eretto a sé stessa in tutti i suoi comuni per celebrare il suo ottantesimo anniversario (una stele bucata da un 8 e uno zero che sembrano una scarica di pallettoni) a me sembra ugualmente uno spreco di soldi.
Non so più quante sono le province. Nessuno sa bene a cosa servano, ma il loro numero cresce, e con esse i costi di gestione. Quando andavo a scuola, le province sarde erano tre, adesso sono otto. E tutte le nuove hanno un doppio capoluogo, come documentato in questo servizio di Rai Report. Poi magari le province si decentrano ulteriormente in circondari, che poi a loro volta vogliono diventare provincia. Quando si parla di tagli agli sprechi si pensa solo allo Stato. Quando si parla male della Pubblica Amministrazione, si pensa solo all’amministrazione statale. Intanto gli enti inutili si moltiplicano. È la via italiana al federalismo: un decentramento spappolato che assomiglia tanto al particolarismo feudale.
Non sarebbe il caso di tagliare questo delirio di campanili, tanto per cominciare?


"Un sigaro e un titolo di Cavaliere non si negano a nessuno".
Giovanni Giolitti


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