Sorprendente Genova



Uno slogan del comune dice: “Genova, la città che non ti aspetti”. Ed in effetti, Genova è davvero una bella sorpresa.
Un tempo anello debole del Triangolo Industriale, sonnacchioso porto simbolo di conservatorismo e stagnazione, Genova ha saputo rinnovare la sua immagine investendo nel futuro con ardite architetture moderne (il Carlo Felice di Aldo Rossi, il Matitone di Skidmore, Owings & Merrill), ed al tempo stesso recuperando la sua tradizione storica.
Nei bellissimi palazzi di Strada Nuova Garibaldi, valorizzati da una preziosa illuminazione, e nelle chiese, di una ricchezza talmente doviziosa da poter rivaleggiare con quelle di Roma, si comprende perché Genova era soprannominata “Superba”.
Ci sono tornato dopo cinque anni dall’ultima visita - per un convegno convocato dal mio Ministero allo scopo di annunciare i favolosi progetti informatici che consentiranno la soluzione di tutti i problemi della Giustizia in appena sei mesi – e ne ho approfittato per dare un’occhiata in giro.
Ci si mangia bene, complici anche le dritte di un collega “bon vivant”: l’Osteria di Vicolo Palla, o Gaia, vicino Via Ricasoli.
Il visitatore non dovrebbe mancare di visitare il Porto Antico, recuperato da parte di Renzo Piano, dove si distinguono tre aree: il Centro congressi nel vecchio Magazzino del Cotone, la pista di pattinaggio su ghiaccio sotto il "Bigo" e un albergo (ma a Barcellona, esimio architetto, in mezzo al porto hanno costruito il Maremagnum, un complesso di discoteche: quando si penserà ai giovani, in Italia?).

Merita soprattutto l'Acquario. Fermatevi estasiati davanti alle vasche dei pinguini: a vederli in televisione mentre camminano sul pack, sembrerebbero animali goffi. Invece in acqua diventano nuotatori veloci e scanzonati, molto simpatici.
Soprattutto date un'occhiata al Pesce Napoleone, e poi ditemi se non è spiccicato a me
di profilo: ho un gemello ittico!



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