Chiamali laici…

Certo che impedire al Papa di venire a parlare all’Università La Sapienza in nome della laicità, della tolleranza, della libertà di pensiero è davvero forte. Ma come? Persino Ahmadinejad ha potuto parlare alla Columbia University: l'Università di Roma cosa aveva da temere dal discorso di Ratzinger?

Voltaire diceva:
“Non sono d’accordo con quello che dici, ma lotterò fino alla morte perché tu abbia il diritto di dirlo”.
È il primo comandamento di tutti i veri laici e liberali, ben diversi dai cd. “libertari” che hanno a cuore una sola libertà: la loro.
Certo non hanno letto Voltaire i 64 professori e i rumorosi studenti dei collettivi. I quali ultimi, poi - che noia - sono sempre uguali a quando all’università andavo io: le treccine rasta, le barbette, le ragazze con maglioni sformati, l’immancabile ritratto di Che Guevara, e poche idee molto confuse, espresse davanti ai microfoni con l’intercalare di tanti “cioè” e l’aria stupita di chi proprio non riesce a credere che qualcuno lo prenda sul serio. Sembra che li abbiano surgelati nel Sessantotto e poi li tirino fuori a scadenze regolari: patetici, rumorosi e cattivelli, sempiterni fuoricorso parcheggiati nelle facoltà più sfigate - filosofia, lettere, scienze politiche. Ai miei tempi, li chiamavamo “la muffa”.

Mentre i professori continuano a indossare, senza senso del ridicolo alcuno, tocco, toga ed ermellino, e a distribuire lauree honoris causa a personaggi famosi e per nulla scomodi: Valentino Rossi, Vasco Rossi, Mike Buongiorno... Allegria! come diceva quest’ultimo.

L’alleanza tra questi contestatori immaginari e la mafia accademica non è casuale: essi sono magnificamente funzionali al progetto dell’università di massa, pessimo posto per studiare, ma perfetto come trampolino di lancio per altre carriere, nella politica come nel management.

Mi spaventa come negli ultimi tempi mi trovi spesso d’accordo con Giuliano Ferrara, che ieri ha dichiarato: “Considero personalmente un disonore aver studiato all’Università La Sapienza”. Sottoscrivo in pieno, da ex allievo di quel grande macello di intelligenze e di gioventù: questa infame manifestazione di intolleranza è solo l’ultimo di una serie di buoni motivi per vergognarsi della mia cd. alma mater.

Tra l’altro i contestatori hanno ottenuto l’effetto opposto a quello desiderato, perché, come scriveva Albert Camus,
“il censore proclama ciò che proscrive”.
Oltre che intolleranti, pure stupidi.

Commenti

  1. Ben detto.
    Il prossimo anno gli facciamo presiedere anche l'inaugurazione dell'anno giudiziario, che ne pensa?

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  2. Beh, immagino che per la Giustizia Italiana, ormai civoglia solo lo Spirito Santo. Se non addirittura l'Olio Santo... :-)

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