Miles e Juliette

Devo al sollecito invito di Giovanni Grasso Cascino una bella serata di letteratura e jazz alla quale non ho voluto mancare benché febbricitante per l’influenza.

Ieri si presentava all’Auditorium del San Leone Magno a Roma il romanzo "Miles e Juliette" di Walter Mauro critico letterario e musicale che fu mio insegnante di letteratura al liceo. Mauro ha voluto ripercorrere in forma romanzata l’inizio dell’amore tra Juliette Gréco e Miles Davis, di cui fu testimone oculare nella Parigi nel maggio del 1949, ancora euforica per la liberazione dal nazismo. In una cantina di rue Saint-Benoit, nel cuore di Saint-Germain, si riunivano gli amanti del jazz: i musicisti Boris Vian, Charlie Parker, scrittori e artisti come Sartre, De Beauvoir, Duras, Picasso. Alla loro tavola era anche Walter Mauro, allora critico musicale di Paese Sera, inviato per il festival del jazz, venuto ad ascoltare per la prima volta uno sconosciuto trombettista di 23 anni, certo Miles Davis. Quella sera vide entrare un angelo con un caschetto scuro: Juliette Greco. Lui era appena arrivato da New York, lei da Bordeaux, ed aveva 22 anni. Mauro ha voluto raccontare nel suo stile denso il loro amore a prima vista.

Sono intervenuti alcuni ex alunni diventati famosi: l’attrice Maria Letizia Gorga, anche bravissima cantante, e Marco Lodoli, affermato scrittore.

Quanto a me, l’emozione di rivedere l’auditorium, il palco da dove, presidente del comitato studentesco, dirigevo infuocate assemblee da oltre cinquecento persone, e il mio vecchio professore. Per me gli anni del liceo furono tristi, perché avevo appena perso mia madre, ma del tutto stimolanti e vitali. Walter Mauro mi portava in giro alle jam sessions, a conoscere i grandi della letteratura latino americana, tutti suoi amici: Vargas LLosa, Borges. Si immagini solo cosa doveva essere per un liceale alla maturità, andare a mangiare la pizza insieme con Gabriel Garcia Marquez, appena laureato con premio Nobel, o fare un viaggio in treno con Giorgio Bassani.

Poi ho scelto di studiare legge, una sorta di tradimento per lui, ma credo di aver capito la sua lezione fondamentale: che l’arte, la letteratura, la musica, sono per la vita. E che si può essere creativi in ogni sua manifestazione.

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