Elogio degli sfigati



L’uomo bastardo attrae le donne, lo abbiamo sempre saputo. Adesso c’è una ricerca scientifica apposta del prof. Peter Jonason, della «Mexico State University», riportata sul New Scientist e sul Telegraph, copiati come al solito dal Corriere.
Lo ribadisco, questi scienziati che passano il tempo a fare ricerche sull'ovvio mi riempiono di ammirazione, e al tempo stesso mi lasciano il sospetto che PolPot non avesse tutti i torti a massacrare i professori… Comunque, il prof. Jonason ha scoperto che l’uomo che ha successo con le femmine è un incostante, con l’istinto del predatore, e una modica dose di narcisismo, impulsività, capacità di manipolazione. Non ce ne eravamo accorti.

Ora, l’adolescente che ero una ventina e passa di anni fa, sarebbe stato certamente molto affascinato da questo tipo umano: il collezionista, lo sciupafemmine, l’uomo che non deve chiedere mai. Siamo cresciuti – abbastanza infelici – col mito di Fonzie cui bastava schioccare le dita per avere una ragazza.

Però gli anni non passano invano, grazie al cielo, e l’esperienza mi ha insegnato qualcosa. Se mi guardo intorno, dei miei amici, quelli felicemente accoppiati – con una famiglia e dei figli - sono proprio quelli che al nastro di partenza sembravano degli sfigati. Mentre i non più giovani leoni (e i loro omologhi in gonnella), continuano ad andare in cerca della prossima preda, ma con la sensazione sempre più netta di essersi persi qualcosa. Se ammettiamo che la sessualità, per quanto i media vogliano convincerci del contrario, non è solo un bene di consumo, o una funzione dell’organismo, allora riprodursi è il più chiaro indice di successo nella lotta per la vita.

Coloro che sembravano avere avuto in dono dalla natura la possibilità di operare una vasta scelta, alla fine sono rimasti soli. La loro è una ben strana forma di solitudine: come dei pianeti, hanno sempre qualcuno che ruota loro intorno, ma a debita distanza… Mentre chi si è dovuto guadagnare con fatica una partner oggi ha in premio stabilità, felicità e coinvolgimento. Nulla di strano del resto: un po' come chi è ossessionato dal collezionare soldi di cui in realtà non sa che fare, il collezionista di partner ha molte storie che non è capace di approfondire, e la sua mente è sempre proiettata al futuro o al passato, a chi è venuto prima o verrà dopo. La forza dell’abitudine rovina tutto, e rende banale e prevedibile -
come un attore che abbia dato troppe repliche - chi a un primo impatto era sembrato attraente ed eccezionale.

Se il tenebroso mascalzone riesce bene nelle avventure a breve termine è, a ben vedere, perché le sue sono storie fotocopia, sempre con lo stesso tipo umano. Mentre il successo arride a chi sa far sentire il suo compagno unico ed incredibilmente speciale.

Ricordate? Alla fine di Happy Days, era proprio il lentigginoso Richie Cunningham a conquistare la ragazza del suo cuore e a vivere con lei felice per il resto dei suoi giorni.


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