Sotto a chi tocca

I dipendenti della clinica milanese “Santa Rita” si ribellano. Dopo che la magistratura ha scoperto che alcuni chirurghi facevano operazioni non necessarie per intascare i relativi rimborsi, procurando ai loro pazienti mutilazioni gravi e permanenti (una ragazza ha perso un seno, un anziano un polmone, etc), ormai la Santa Rita è nota a livello nazionale come la ‘clinica-degli-orrori-dove-si-ammazzano-i-pazienti’. E chi vi lavora giustamente vuole che siano separate le responsabilità – personali – degli indagati, da quelle di tutti gli altri, estranei ai fatti.

Le generalizzazioni non fanno piacere a nessuno, certo. Ma sarebbe bene ricordare che milioni di lavoratori pubblici, da mesi, se non da anni, vengono messi alla berlina per i comportamenti di una minoranza, peraltro abbondantemente tollerata.
Ora, non ho difficoltà a credere che alla Santa Rita vi siano ottimi medici, che hanno a cuore solo la salute dei pazienti, come personale umano e coscienzioso. Ma anche nella PA vi sono coscienziosi lavoratori che hanno a cuore solo il bene pubblico. E sono certamente la maggioranza.

Gli è che siamo passati, in questo paese, dalla responsabilità personale a quella categoriale: un titolo di giornale diventa una etichetta che classifica in modo impietoso e grossolano interi gruppi sociali. I rumeni: tutti ladri? Gli zingari? Tutti delinquenti. I pubblici impiegati? Tutti fannulloni... e via cantando. Probabilmente anche i lavoratori della Santa Rita, nelle loro private conversazioni da bar, hanno ceduto a questo modo di pensare - così rassicurante finché il problema sono sempre ‘gli altri’. Ma adesso tocca a loro, e domani a chissà chi altro.

E allora si rifletta, una buona volta:  messa in moto la macchina della diffamazione collettiva, questa non si ferma e non risparmia nessuno. A chi tocca tocca.



Commenti

  1. A mio parere i dipendenti della clinica Santa Rita dovrebbero spiegare all'opinione pubblica che non potevano accorgersi (usando la "normale diligenza" con cui si fa il proprio lavoro) dei reati che si sono commessi nella struttura in cui lavoravano.
    Altrimenti è naturale che la gente possa sospettare connivenze o omertà.
    Analogamente, i dipendenti pubblici dovrebbero impegnarsi nel "rendere conto" di quello che fanno, pubblicizzando in tutti i modi possibili la propria attività.
    Pur nella consapevolezza che poi i giornali preferiscono dare voce soltanto alle malignità e agli scandali.

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