MoJ, moi ???

Ricevimento del Quattro Luglio alla residenza dell'Ambasciatore degli Stati Uniti, a Villa Taverna. Ci incontro sempre un sacco di gente che conosco. E con chi non conosco, come usa in quste occasioni, è un gran scambiarsi di biglietti da visita, previdentemente conservati nel taschino. Nel gergo consolidato dell'ambiente, un militare presentandosi dirà di venire dal MoD (Ministry of Defense), un diplomatico dal MFA (Ministry of Foreign Affairs). Io sono un MoJ (Ministry of Justice).
Mi presentano una bella diplomatica olandese :
"I'm an executive at Ministry of Justice, Italy".
La stangona sorride:
"Indeed! Why, do you have justice in Italy?"

Va bene, va bene: 'right or wrong is my country', come dico sempre. Ma perchè my country dev'essere sempre più wrong che right???

PS: Davvero eccellente il discorso dell'Ambasciatore americano Spogli. Soprattutto, uno stile diretto e schietto, ben diverso dal linguaggio paludato dei nostri politici.

===
Nella foto, io e un all american hamburger. Morte al fegato!!!

Commenti

  1. Alla festa del 4 luglio I « consigli» dell' ambasciatore Usa ai politici italiani
    Spogli: criticare sempre chi governa rende impossibile la sua azione

    ROMA - Gran pienone nel giardino di Villa Taverna ieri sera per il 232° anniversario dell' Indipendenza americana: ad ascoltare quello che potrebbe anche essere il suo ultimo discorso del 4 luglio in Italia, l' ambasciatore Ronald Spogli ha invitato 3.500 ospiti, mille in più dell' anno scorso. E come allora, anche ieri non ha fatto un saluto di rito. A celebrare gli Stati Uniti, addentando hamburger e hot dog, spiedini e patatine, c' erano ministri, visibilmente sollevati dalla schiarita sulle intercettazioni, parlamentari, imprenditori, militari, accalcati ai piedi del palco con l' orchestra. Spogli non ha risparmiato osservazioni critiche al sistema Italia, «pieno di eccellenze» ma rigido, in cui l' incomunicabilità e la mancanza di sinergie frenano l' iniziativa, dove «la gioventù è troppo timorosa delle conseguenza di eventuali errori. Poi è andato dritto al cuore della «crisi» politica italiana, con un vero e proprio appello bipartisan. «Il mio augurio ai leader italiani è un ampio consenso che permetta loro di lavorare insieme per il bene del Paese... a livello politico criticare sempre e comunque chi ci governa rende impossibile governare: abbiamo bisogno di democrazia ma anche di un governo che governi». In modo ancora più esplicito, Spogli ha citato Clinton e la riforma del welfare americano del ' 96, auspicando «una collaborazione bipartisan», in America come in Italia e ha finito ringraziando «i vari governi che si sono alternati per il loro talento e lo spirito dimostrati». «Il governo italiano non si sottrae alle critiche - replica subito il ministro degli Esteri Franco Frattini, tra gli ospiti di Spogli - Ma deve essere lasciato governare». Ma in fondo ieri sera, assenti Berlusconi che era in viaggio per Tokio e i leader dell' opposizione da Casini a Veltroni, tra gli hamburger si parlava più delle cose italiane che dei rapporti con gli Stati Uniti o della corsa alla Casa Bianca. «Meno male che il soufflé delle intercettazioni si è sgonfiato», spiegava Frattini. «Il clima era tremendo, ma sì, mi sembra che ora sia tornato il sereno», sfuggiva il presidente della Camera Gianfranco Fini, coinvolto da Gina Lollobrigida in una conversazione italo-americana con tanto di foto con anziana fan. Arriva anche Francesco Cossiga sottobraccio a Marcello Pera. Antonio Martino e signora, che secondo alcune indiscrezioni potrebbero trasferirsi presto a Washington a rappresentare il governo italiano, sono al centro della scena. Il procuratore Dambruoso chiede lumi a Frattini su un certo posto da «vice», Gianni De Gennaro saluta in giro mentre il ministro della Giustizia Angelino Alfano spiega che aveva preparato un decreto «smart», cioè parcheggiabile ovunque, ma alla fine è stato meglio rinviare il tema delle intercettazioni a settembre perché, come dice lì a fianco il suo collega Ignazio La Russa, «ad agosto è più facile convertire un mujaheddin che un decreto». Transita Bruno Vespa, segue Totò Cuffaro, salutano presto Antonio Maccanico e Arturo Parisi: tocca a loro rappresentare un' opposizione quasi del tutto assente.

    Fregonara Gianna

    Pagina 5
    (5 luglio 2008) - Corriere della Sera

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  2. Now, indeed, you guys may have refined right, laid foundations of a system, transformed it into art...
    However the lady's question stands.
    Do you have justice there?
    For right and justice are not exactly the same cup of of tea.

    Now, really, it's a great line.

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  3. We have plenty of laws, lawyers, policemen and judges. And a most revered legal tradition. Do we have justice because of that? I haven't got an answer. Or better, I've one, but I'm not in the position to express it freely...

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  4. Boy, do I know what you're saying...

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