Paziente impaziente in cerca di idee

È ufficiale, debbo operarmi al tendine. E siccome bisogna toccare anche l’osso la faccenda si fa complicata. Diciamo che sarò in convalescenza due mesi, tra novembre e dicembre. Sarà una tortura. Perché chiamano il malato ‘paziente’? Io sono impaziente già in condizioni normali, figuriamoci quando devo esserlo per forza. Ho avuto pazienza per due anni con un asino di dottore, che continuava ad impormi la borsa del ghiaccio quando invece ci voleva il bisturi. Date retta, se avete un caso simile, e la tendinite non si rimette entro sei mesi, non abbiate indugi, ed operatevi. La pazienza è nociva, occorre anelare alla salute. Comunque è un sacrificio che faccio di buon grado, purché la cosa si risolva; questo tormento dura da due anni. Già il fatto di sapere che c'è una luce in fondo al tunnel mi ha ridato un po' di fiducia nel futuro...

Il punto è, come impiego il mio tempo? Continuerò a lavorare per quanto è possibile, ma gran parte del mio lavoro richiede la mia presenza fisica, e non può essere sostituito dalle e-mail. Ho già deciso che ripasserò il mio russo (quest’estate le mie mille parole mi sono servite egregiamente), e che finalmente imparerò ad usare Photoshop. Proverò anche a fare ginnastica, posto che si possa fare attività fisica con un piede ingessato (mi prenderanno in palestra?). Potrei darmi al trading online, anche se non so da che parte cominciare. Soprattutto vorrei dedicarmi a corpose letture. Magari leggermi qualche grande opera letteraria, la Divina Commedia, Guerra e Pace… ho un cofanetto con tutta la Recherche, sono arrivato appena a metà del secondo tomo, dieci anni fa. Sbadigliavo mostruosamente, ricordo… che mostruosa pippa mentale… volendo proprio farmi del male potrei riprendere anche l’Ulysses, rimasto anche quello in sospeso dopo i miei anni dublinesi. Ero giovane e la sola parte che ne apprezzai era il flusso di fantasie erotiche in ‘Penelope’… soprattutto la faccenda della banana…

Sì, condivido pienamente il giudizio di Borges, che un romanzo di cinquecento pagine è eccessivo, e può essere agevolmente sintetizzato in un racconto. Detesto i brodi allungati: non a caso amo i poeti ermetici, i lirici greci, ed il mio romanzo preferito, la Caduta, di Camus, si tiene agevolmente in tasca.
Insomma, prediligo gli autori sintetici e spicciativi, ed auspico che l’sms, o almeno il telegramma, siano riconosciuti come forma letteraria. Già, perché questi monumenti della letteratura hanno il pregio di riempire il tempo: solo che sono noiosi.
E allora, c’è nessuno che voglia, per gentilezza, suggerirmi come ammazzare il tempo, con sane letture o altri costruttivi impieghi? Si accettano consigli, postare qui dove dice ‘commenti’. Grazie, e a buon rendere...

PS: beh, a quanto pare le soluzioni vengono da sole. Poco dopo aver scritto questo post ho ricevuto una telefonata, inaspettata. Di quelle che cambiano drammaticamente la vita. In meglio. Gli eventi precipitano e per elementare scaramanzia non posso ancora dire niente, ma se stamattina la prospettiva era di ammazzare il tempo, stasera il tempo stringe per fare tutto quello che mi resta da fare. Sto passando dalla bolina al vento in poppa. Pazzesco. Ma entusiasmante!!!




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