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Visualizzazione dei post da dicembre, 2008

2008 - fine

... Ancora un anno è bruciato, senza un lamento, senza un grido levato a vincere d'improvviso un giorno. Salvatore Quasimodo (GIA’ LA PIOGGIA E’ CON NOI)

Buonismo e perdonismo

Un altro omicidio violento ed inspiegabile. Ed implacabili, le due domande standard dei TG ai parenti delle vittime: " Lei cosa prova? " e " Lei perdona gli assassini? ". Mai, dico mai, uno che risponda: 'Ma naturalmente sono contentissimo che abbiano ammazzato mia madre! '. Le due domande, così banali da far sembrare un genio Gigi Marzullo, hanno in realtà uno scopo ben preciso: occorre servire in prima serata emozioni forti, dolore e perdono, e per questo i giornalisti non esitano a fare i guardoni nei sentimenti altrui. Sollecitando l'esternazione di un dolore scontato e che un po' di umano tatto vorrebbe rimanesse coperto da riserbo, e subito dopo l'assoluzione delle vittime che è anche autoassoluzione. Perché volere giustizia in questo paese dalla giustizia smandrappata e spettacolarizzata costa. E perché bisogna ammannire ai buoni borghesi che stanno a tavola la loro razione di buoni sentimenti quotidiani. Niente faide, certo, non sta b

La noia

“Per molti la noia è il contrario del divertimento; e divertimento è distrazione, dimenticanza. Per me, invece la noia non è il contrario del divertimento; potrei dire, anzi, addirittura, che per certi aspetti essa rassomiglia al divertimento in quanto, appunto, provoca distrazione e dimenticanza, sia pure di un genere molto particolare. La noia, per me, è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o scarsità della realtà. Per adoperare una metafora, la realtà,quando mi annoio, mi ha sempre fatto l'effetto sconcertante che fa una coperta troppo corta, ad un dormiente, in una notte d'inverno” “Ciò che mi colpiva, soprattutto, era che non volevo fare assolutamente niente, pur desiderando ardentemente di fare qualche cosa. Qualsiasi cosa volessi fare mi si presentava accoppiata come un fratello siamese al suo fratello, al suo contrario che, parimenti, non volevo fare. Dunque, io sentivo che non volevo vedere gente ma neppure rimanere solo; che non volevo restare in

Il meglio deve ancora venire

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Che anno buffo. Tutto sommato noioso, con questo fastidio a togliermi la voglia di correre e ballare. Eppure così ricco di sorprese e di esaltanti esperienze professionali. Ed il meglio deve ancora venire... Cosa mi riserva il futuro? Non mi pongo limiti ;-)

Tutti i salumi finiscono in gloria

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Una delle mie più note debolezze (ne ho di più turpi, ma più segrete) è la passione per il prosciutto. Sì, lo confesso, sono un prosciuttomane . Di fronte a un paio di etti di Parma vado in deliquio, e all’estero vado in crisi d’astinenza. In nessun altro paese del mondo, credo, il maiale ha trovato un impiego così creativo e squisito, con l'elaborazione di insaccati, salumi e prosciutti di altissima qualità. Non nascondo che uno dei motivi che mi spinsero a chiedere Trieste come prima sede fu la vicinanza con le zone di produzione di Sauris e San Daniele. Scelta felice e lungimirante, chè in quell'epoca scoprii anche, nelle mie incursioni oltreconfine, il prsut dalmata e quello del Carso, limato e profumato dal vento di bora. Nelle trattorie sulla costa adriatica esso viene sempre servito con impeccabile stile, guarnito di qualche cetriolino e qualche fetta di Formaggio di Pag, altra profumatissima delizia alimentare dalmata. Chi mi conosce bene e mi ama davvero ha dunque pie

Nato per fare Babbo Natale...

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La mia performance come Santa Claus ieri sera (prime due foto) ha avuto molto successo.

Buon Natale 2008

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La vita, l'amore e le vacche

"Il segreto della vita? Trova una cosa di cui ti importa veramente tanto, tienila stretta e tutto il resto può andare a puttane". Dal film "Scappo dalla città. La vita, l'amore e le vacche", 1993 ...mi ispiro sempre ai più augusti filosofi :-)

La Biblioteca

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Una copia di Finzioni autografata di pugno di Borges - amico carissimo del mio prof di letteratura al Liceo, che me lo presentò - è uno dei miei piccoli e più preziosi tesori. La presente immobilità è occasione preziosa per rileggerla. “L'universo (che altri chiama la Biblioteca) si compone d'un numero indefinito, e forse infinito, di gallerie esagonali, con vasti pozzi di ventilazione nel mezzo, bordati di basse ringhiere. Da qualsiasi esagono si vedono i piani superiori e inferiori, interminabilmente. La distribuzione degli oggetti nelle gallerie è invariabile. Venticinque vasti scaffali, in ragione di cinque per lato, coprono tutti i lati meno uno; la loro altezza, che è quella stessa di ciascun piano, non supera di molto quella d'una biblioteca normale. Il lato libero dà su un angusto corridoio che porta a un'altra galleria, identica alla prima e a tutte. A destra e a sinistra del corridoio vi sono due gabinetti minuscoli. Uno permette di dormire in piedi; l'al

Gatto che giochi per via...

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Gatto che giochi per via Gatto che giochi per via come se fosse il tuo letto, invidio la sorte che è tua, ché neppur sorte si chiama. Buon servo di leggi fatali che reggono i sassi e le genti, hai istinti generali, senti solo quel che senti; sei felice perché sei come sei, il tuo nulla è tutto tuo. Io mi vedo e non mi ho, mi conosco, e non sono io. (Fernando Pessoa)

Fotografare l'esistente

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Nella mia scapestrata gioventù, prima di diventare dirigente, ho fatto anche il fotografo. S e c'è dunque una cosa che mi irrita, è l'espressione, che sento fin troppo spesso " fotografia dell'esistente ". La fotografia non è mai una mera constatazione notarile dello stato dei fatti e dei luoghi. Non è mai una semplice presa d'atto della situazione, neutra e priva di giudizio. Il fotografo non è il becchino della realtà, incaricato di ibernarla e di trasmetterla imbalsamata ai posteri. La fotografia è un atto CREATIVO, spesso rivoluzionario. Il fotografo incide sulla realtà e la modifica. La fotografia può essere denuncia dell'esistente, ma mai rassegnazione allo status quo. I grandi fotografi Ansel Adams, Robert Capa, Sebastiao Salgado, et al. non ci hanno detto com'era il mondo, ma come doveva e poteva diventare. Fotografare l'esistente significa preparare il nuovo.

S. Dario

19 dicembre, San Dario Martire a Nicea. Il mio nome è di origine persiana (i miei amici iraniani mi presentano spesso come Dariush) e vuol dire "colui che mantiene il bene, colui che ha in sé il bene". Ma allora non sono così cattivo ?!....

Amici miei

L'altra sera hanno ridato in televisione "Amici miei". Un evergreen , sempre attuale: c'è il valore dell'amicizia maschile, la solidarietà, il cameratismo, la voglia di restare giovani a dispetto di tutto e di tutti. Pochi film hanno saputo toccare, con tanta grazia e ironia, corde così profonde. E io restai a chiedermi se l’imbecille ero io che la vita la pigliavo tutta come un gioco, o se invece era lui, che la pigliava come una condanna ai lavori forzati. Già....

La meritocrazia secondo Brunetta

Sono diventato Dirigente dello Stato grazie a un concorso, altamente selettivo, della Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione. La mia carriera potrebbe considerarsi già finita, visto che per diventare Direttore Generale occorre una designazione politica, ed io non conosco nessuno, nemmeno un Consigliere Municipale. Fino ad oggi, infatti, la scelta dei Direttori Generali dei Ministeri era rimessa alla completa discrezionalità del Ministro. Il Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta aveva annunciato di voler immettere in questo meccanismo “ meritocrazia e trasparenza ”. Ed infatti il suo Disegno di Legge sul lavoro pubblico che ha passato oggi il vaglio del Senato, enuncia il principio che si deve “ rivedere in senso meritocratico la disciplina dell’accesso alla dirigenza ”. Bene. Solo che poi stabilisce “c he l’accesso alla prima fascia dirigenziale [= Direttore Generale] avverrà mediante il ricorso a procedure selettive pubbliche concorsuali" ma solo " per un

La falsa democrazia del 'diamoci del Tu'

Si racconta che a un militante comunista che lo salutò dicendogli: “Compagno, siamo molto felici di rivederti”, Palmiro Togliatti, di ritorno dalla Russia, abbia risposto: “Compagno, diamoci pure del Lei”. Aneddoto confortante, perché almeno smentisce che pretendere il Lei abbia qualcosa di aristocratico Io mi do del Tu con gli amici, i parenti, i colleghi. Do e mi faccio dare del Lei da tutti gli altri. Io detesto le persone che senza conoscermi mi danno del Tu. Provo al riguardo una autentica forma di ribrezzo, come di una invasione non autorizzata nella mia sfera privata. Se qualcuno mi da del Tu, io continuo imperterrito con il Lei, non esitando a fargli notare la sua scorrettezza. Dare del Tu agli estranei, alle persone che si incontrano per la prima volta, agli anziani, ai superiori, non è manifestazione di confidenzialità, ma di maleducazione. Pensavo che la progressiva scomparsa del Lei fosse una caratteristica solo di Roma, di questa autentica capitale della cafonaggine

Derrick, la Germania in beige

“Derrick ist tot”, titolano i giornali tedeschi. È morto Derrick. Capita, quando un attore si identifica troppo col suo personaggio, che non riesca più a liberarsene. Horst Tappert è stato per un decennio Stephan Derrick, il volto più simpatico della Germania all’estero. Come le sorelle Kessler, con le loro lunghe gambe, impersonarono per una generazione di italiani il sogno della biondina nordica in vacanza, carina dolce e sessualmente disponibile, Derrick deve la sua fortuna e la sua durata allo stereotipo che ha saputo incarnare: quello dell’uomo tedesco metodico e preciso, senza slanci né sbavature, ingegnoso ma senza fantasia. Con il suo personaggio privo di ardori, di toni esagerati, prevedibile e noioso, ben simboleggiato dal suo impermeabile beige, Horst Tappert ha interpretato l’aspirazione della Germania ad essere un paese normale, o piuttosto normalizzato. Rassicurante perché mediocre e neutro. Un po' come quei mariti brav’uomini che si finisce per amare a forza di abitu

Emma contro Emma

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Il caso ha voluto che nei continui sommovimenti della mia biblioteca si siano trovati appaiati due libri, “Emma” di Jane Austen e “ Madame Bovary ” di Flaubert. Che come tutti sanno, di nome faceva pur’essa Emma. Ci sono appena quarant’anni tra i due libri. Ma che differenza! Ad un primo sguardo, i romanzi della Austen appaiono il ritratto all’acquerello di un mondo lontano ed edulcorato, costellato di graziose dame di campagna in cappellino e crinoline. Mentre non c’è dubbio che Emma Bovary è l’antenata della donna “moderna”, consapevole, sicura di sé, indipendente e padrona del proprio corpo e della sua sessualità. L’antesignana della rivoluzione sessuale e delle protagoniste di Sex & the City. Il XX secolo è stato, come ha scritto Eric Zemmour , il secolo della liberazione del bovarismo. Ma allora perché i romanzi della Austen affascinano, e vengono continuamente adattati per il cinema? Cos’hanno di tanto attuale? Direi proprio il fatto che non sono per niente attuali, ma che se

Chicago, Italia

Segnalo un articolo dell'Herald Tribune sulla corruzione in Illinois, illuminante sui meccanismi che la alimentano, e sull'assuefazione che provoca. Interessante è la constatazione che la corruzione, quando elevata a sistema scoraggia persone oneste dall'entrare in politica e quindi si perpetua. Viene chiamata in causa la Legge di Gresham, quella per cui " la moneta cattiva scaccia quella buona ". Depurato dai riferimenti alla situazione locale, un articolo da leggere perché contiene spunti di riflessione anche per l'Italia. Sorprendenti somiglianze anche nella descrizione della reazione della politica all'azione della Procura (cinque degli ultimi otto governatori incriminati, l'ultimo arrestato pochi giorni fa): "After the conviction of [alcuni politici locali] their allies complained that prosecutors had criminalized politics." ...tutto il mondo è paese ;-) "In Illinois, a virtual expectation of corruption", IHT

Felice chi ha fatto un bel viaggio

" Felice chi, come Ulisse, ha fatto un bel viaggio ": così inizia un famoso sonetto di Joachim du Bellay, poeta francese del XVI secolo. Un bel viaggio? In realtà, come tutti sappiamo, quello di Ulisse fu ricco di spaventi e naufragi; ma proprio per questo du Bellay lo definisce " bello ". Un ‘bel’ viaggio non è necessariamente anche un 'buon' viaggio - cioè un viaggio semplice, lineare; anzi: i ritardi, gli incidenti, le deviazioni, possono contribuire a renderlo memorabile. In quante città ho vissuto? Quanta gente ho conosciuto? Quante donne ho amato? Non lo so, non mi interessano i conteggi da ragioniere. L' imminente fine dell'anno induce nondimeno a fare bilanci. Se mi guardo indietro, a questa mia strana vita - che è nata nel segno della tragedia, e che è andata svolgendosi in continue sorprese, come un'avventura - posso dire che essa è stata, nel senso sopra detto, un ‘bel’ viaggio. Che non è ancora finito. Un “bel viaggio” è ricco di mom

Stronze si nasce

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Talvolta la lettura delle statistiche del mio sito mi riserva divertenti sorprese. Una visitatrice è arrivata a me digitando su Google la seguente chiave di ricerca: " con gli uomini è meglio essere stronze o dolci? ". Ehhhh, un bel dilemma, non c'è che dire. Tal Sherry Argov ha scritto sull’argomento ben due manuali: " Perché gli uomini sposano le stronze... e lasciano le brave ragazze ", e " Falli soffrire. Gli uomini preferiscono le stronze ". E su Facebook, ci sono decine di gruppi di ragazze stronze o aspiranti tali, tutte convinte che “stronza” sia un complimento. Povere frustrate, che scambiano la durezza di cuore e il cinismo per forza d’animo, e l’insensibilità per carattere ... Ma cos’è esattamente una stronza ? La definirei una persona manipolatrice , che sin dall’infanzia ha maturato un certo meccanismo conflittuale in funzione di difesa preventiva. Perciò non si lascia mai andare, cerca il controllo, costruisce relazioni asimmetriche e

Il sangue È acqua.

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È paradossale che una moderna scoperta come quella del DNA abbia dato nuovo vigore a un concetto arcaico come quello del ‘legame di sangue ’. Attraverso l’analisi del sangue oggi si può ricostruire la paternità genetica, ma anche la discendenza di interi popoli, quindi determinare quanto di etrusco c’è nei toscani, quanto di celtico nei lombardi, e così via. Innocenti curiosità, nelle mani degli etnografi, ma cosa sarebbe successo se un simile strumento fosse stato a disposizione dei nazisti? Il sangue , dunque, sostanza tra il biologico e lo spirituale, che dovrebbe portare con sé chissà quali richiami ancestrali, definire rapporti indissolubili e permanenti. Ha ancora un senso parlare di legami di sangue, nel nostro tempo? Il trionfo di Barack Obama infrange l’ultima barriera razziale all’interno di quello che pure è il paese più multietnico del pianeta. L’evidenza ci dimostra che i popoli più dinamici sono proprio quelli che si sono liberati di ogni criterio etnico – tribale, e che

Meno male che c'è il Cardinale

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P.A./ Tettamanzi: basta con scandalismo, non tutti sono fannulloni Contrapposizione generalizzata non giova a nessuno Milano, 5 dic. (Apcom) - "Se un dipendente pubblico è fannullone, tutti i dipendenti pubblici lo saranno. Un politico è disonesto? Tutti i politici quindi sono disonesti. Sembra quasi che le singole persone, con le rispettive responsabilità, non esistano più". Punta il dito contro il prevalere di un clima scandalistico il cardinale Dionigi Tettamanzi nel suo discorso alla città pronunciato questa sera in Duomo in occasione delle celebrazioni per la festività di Sant'Ambrogio. "Sembra smarrita la capacità di ascoltare e di comprendere - dice nel suo discorso il Cardinale - A prevalere è un clima scandalistico che promuove disistima e disprezzo : chi vive con sobrietà, viene irriso e additato come avaro; se un professionista commette un reato, quell'intera categoria di professionisti verrà considerata ugualmente colpevole; se un dipendente pubblico

Io e mia sorella

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Io: “Mi ci vorrebbe un tocco femminile” Angela: “Sì, ma in fronte…” Io: “Angela puoi attaccarmi la corrente…?” Angela: “Con molto piacere!” Io: “…alla stampante…” Angela: "Cosa sono queste effusioni? Ricorda, noi siamo fratelli, noi ci odiamo" Battutine e battutacce tra fratelli che si vogliono bene....:-) dilemmi....

Quelli del Victoria

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Ne ho già parlato sul mio sito, dei miei anni formidabili , il decennio di feste, spiagge, pubs e ragazze che ebbe il suo culmine nell'anno del mio servizio militare, con la grande festa di Owen a Ostia Antica, durata ben tre giorni. Gli amici di un tempo oggi si ritrovano su Facebook, nel gruppo " Quelli del Victoria ", dedicato al mitico pub Victoria House di Via Gesù e Maria, a Roma. Ci sono tantissime fotografie. Come diceva quella poesia di Goytisolo? " Amici, vedete, passano gli anni, e pare che sia sempre come il primo giorno... "

Souvenir de Géneve

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Mi sto esercitando con Photoshop. Il posto, in realtà si chiama Place de la Taconnerie... Eh, ne ho fatte di conneries quando vivevo a Ginevra... altri tempi :-) (c) Dario Q, 2004

:-)

L'amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande. Woody Allen

La Città Ideale

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Per tutta la seconda metà del secolo XX il governo delle città si è basato su una alleanza tra architettura e politica “democratica”, nell’illusione che queste due discipline insieme potessero essere agenti del cambiamento e strumento di redenzione sociale. Gli esiti sono stati sconcertanti e francamente disumani. I luoghi più malfamati delle nostre periferie (lo ZEN di Palermo, Corviale o Tor Bella Monaca a Roma) hanno tutti la firma di architetti di rango. Cimiteri di buone intenzioni, inguardabili per quanto sono brutti. Oggi le moderne “Archistar” non hanno più simili preoccupazioni umanistiche e filantropiche. A capo di studi con centinaia di progettisti, sono in grado di sfornare qualunque cosa, per qualunque luogo. Superfici vetrate, materiali prestigiosi, la loro firma è come una griffe su un prodotto di lusso. Quanto alla politica, ha perso completamente la bussola. Incapace di esercitare una committenza forte, di dare una direzione allo sviluppo delle nostre città sempre più

Il firmiere

La peggio cosa che poteva capitare (e inesorabilmente capitava a scadenze più o meno fisse) a Salvo Montalbano, nella sua qualità di dirigente del commissariato di Vigata, era quella di dover firmare le carte. Le odiate carte consistevano in rapporti, informative, relazioni, comunicazioni, atti burocratici prima semplicemente richiesti e poi sempre più minacciosamente sollecitati dagli “uffici competenti”. A Montalbano gli pigliava una curiosa paralisi della mano dritta che gl’impediva non solo di scrivere quelle carte (ci pensava Mimì Augello), ma addirittura di mittìrici la firma. «Almeno una sigla!» supplicava Fazio. Nenti, la mano s'arrefutava di funzionare. Le carte allora s'accumulavano sul tavolo di Fazio, crescevano d'altezza giorno appresso giorno e poi succedeva che i montarozzi dei fogli diventavano accussì alti che, alla minima corrente d'aria, s'inclinavano e scivolavano a terra. Le carpette, raprendosi, facevano per tanticchia un bellissimo effetto di

Utzon, poeta delle vele

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La notizia della sua morte mi ha inspiegabilmente commosso. Se c’è stato un artista che ha meritato, nel XX secolo, la definizione di ‘visionario’ è stato lui, il danese Jørn Utzon , il cui nome è indissolubilmente legato alla magnifica Opera House di Sidney, la sua creazione più importante. Figlio di un architetto navale, pensò a una struttura che rievocasse le vele di una nave, all'ingresso del porto di quella che fu Botany Bay. Un progetto ardito: si era negli anni Cinquanta, il cemento era l’ultimo grido in fatto di materiali costruttivi, Pierluigi Nervi ne esplorava a fondo tutte le possibilità. Inoltre, da non dimenticare, non esistevano computer e programmi di progettazione; il Cad era ancora da venire e Utzon disegnò la sua opera a matita. Non fu dunque la prima delle Archistar, ma l’ultimo dei grandi artigiani e poeti dell’architettura. Sidney che lo trattò male, revocandogli l’incarico (il progetto finale realizzò solo in parte la sua invenzione), oggi lo piange. L’immagi