Felice chi ha fatto un bel viaggio

"Felice chi, come Ulisse, ha fatto un bel viaggio": così inizia un famoso sonetto di Joachim du Bellay, poeta francese del XVI secolo. Un bel viaggio? In realtà, come tutti sappiamo, quello di Ulisse fu ricco di spaventi e naufragi; ma proprio per questo du Bellay lo definisce "bello". Un ‘bel’ viaggio non è necessariamente anche un 'buon' viaggio - cioè un viaggio semplice, lineare; anzi: i ritardi, gli incidenti, le deviazioni, possono contribuire a renderlo memorabile.

In quante città ho vissuto?
Quanta gente ho conosciuto?
Quante donne ho amato?

Non lo so, non mi interessano i conteggi da ragioniere. L' imminente fine dell'anno induce nondimeno a fare bilanci. Se mi guardo indietro, a questa mia strana vita - che è nata nel segno della tragedia, e che è andata svolgendosi in continue sorprese, come un'avventura - posso dire che essa è stata, nel senso sopra detto, un ‘bel’ viaggio. Che non è ancora finito. Un “bel viaggio” è ricco di momenti difficili, ma non per questo meno importanti. Non si esaurisce nel portare a termine un'impresa e nel cercare di tagliare per primi un traguardo. La meta, in fondo, è il viaggio stesso. C'è chi cerca un porto sicuro dalle tempeste, e c'è chi affronta il canto delle sirene, anche a costo della pazzia e del dolore.

Così nulla va buttato, nulla è stato inutile, e questa stupenda poesia di Kavafis dice sull'argomento tutto quello che c'è da dire.

Quando partirai, diretto a Itaca,
che il tuo viaggio sia lungo
ricco di avventure e di conoscenza.

Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi
né il furioso Poseidone;
durante il cammino non li incontrerai
se il pensiero sarà elevato, se l'emozione
non abbandonerà mai il tuo corpo e il tuo spirito.

I Lestrigoni e i Ciclopi e il furioso Poseidone
non saranno sul tuo cammino
se non li porterai con te nell'anima,
se la tua anima non li porrà davanti ai tuoi passi.

Spero che la tua strada sia lunga.
Che siano molte le mattine d'estate,
che il piacere di vedere i primi porti
ti arrechi una gioia mai provata.

Cerca di visitare gli empori della Fenicia
e raccogli ciò che v'è di meglio.
Vai alle città dell'Egitto,
apprendi da un popolo che ha tanto da insegnare.

Non perdere di vista Itaca,
poiché giungervi è il tuo destino. Ma non affrettare i tuoi passi;
è meglio che il viaggio duri molti anni
e la tua nave getti l'ancora sull'isola
quando ti sarai arricchito
di ciò che hai conosciuto nel cammino.

Non aspettarti che Itaca ti dia altre ricchezze.
Itaca ti ha già dato un bel viaggio;
senza Itaca, tu non saresti mai partito.
Essa ti ha già dato tutto, e null'altro può darti.

Se, infine, troverai che Itaca è povera,
non pensare che ti abbia ingannato.
Perché sei divenuto saggio, hai vissuto una vita intensa,
e questo è il significato di Itaca.

Kavafis (1911)

Io sono, molto paradossalmente, un uomo felice.


=====
Qui la versione in greco.


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