Giustizia e Politica

Condivisibile quanto scrive oggi Angelo Panebianco sul Corriere:
"Posto dunque che non solo ai libici ma anche a noi conviene che Gheddafi se
ne vada, si può constatare quanto siano state improvvide le dichiarazioni
del Consiglio di sicurezza dell'Onu del 26 febbraio secondo cui Gheddafi va
processato di fronte al Tribunale penale internazionale, l'apertura di un
procedimento a suo carico da parte del Tribunale dell'Aja, l'allerta
dell'Interpol per impedire che egli e il suo entourage possano espatriare.
Non bisogna mai mettere un dittatore che non ha ancora abbandonato il potere
con le spalle al muro. Serviva un salvacondotto, non un processo."
Direi che questo è il bel risultato di aver abdicato al primato della
politica in favore di un'idea messianica di Giustizia universale. Se
lasciamo che la politica, anche quella internazionale sia fatta da giudici e
tribunali, è ovvio che poi non ci sia più spazio per mediazioni. La politica
è per antonomasia il regno del grigio e delle sfumature, mentre compito
della Giustizia è separare il buono dal cattivo, il bianco dal nero, costi
quel che costi.
Non si dice forse "Fiat Justitia, Pereat Mundus"? ecco, appunto...

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